Tribuno Laticlavio
Tribuno Laticlavio

Tribuno Militare

Ciascuna legione rappresentava un prezioso patrimonio per lo stato romano, la cui salvaguardia doveva essere particolarmente ben tutelata, questo spiega il motivo per cui lo stato romano preferì adottare per il comando di ciascuna legione un sistema piuttosto complesso che si basava sulla presenza di un nucleo di comandanti abbastanza numeroso. Fino alla fine della repubblica le legioni erano affidate al comando dei soli consoli, successivamente furono create delle figure intermedie i “legati”. A questi erano sottoposti altri alti ufficiali con funzioni che potremmo definire di stato maggiore. Oltre al legato, il comando della legione comprendeva quindi sei tribuni e un praefectus castrorum, i quali insieme davano vita a una sorta di “consiglio di comando”, del quale faceva parte anche il centurione primipilo. Quest’ultimo era il solo militare di professione che, in genere, ricopriva tale importante incarico all’apice di una carriera svolta interamente tra i ranghi della legione. Gli altri comandanti, e in particolare i tribuni, provenivano invece dalla vita civile (in genere giovani appartenenti alla classe senatoria o equestre, servire come tribuno era uno dei primi passi della carriera politica). 

Esistevano due categorie di tribuni:

Tribuni angusticlavii (cinque per legione)

Tribuni laticlavii (uno solo per legione) così detti per l’ampia striscia di porpora che ornava le loro tuniche.

I primi provenivano dall’ordine equestre, mentre il secondo era di rango senatoriale.

In entrambi i casi, la nomina spettava al governatore della provincia; la durata dell’incarico era di tre o quattro anni (due o tre per il laticlavio).

Ciascun tribuno angusticlavio era responsabile di due corti, come dotazioni personali, il tribuno aveva diritto ad una tenda, un mulo per il bagaglio, due cavalli e un certo numero di attendenti alloggiati in tre tende.


L’ABBIGLIAMENTO

A causa del particolare incarico ricoperto, i tribuni di una legione dovevano essere immediatamente riconoscibili. La loro uniforme era quindi molto diversa da quella dei legionari semplici o dei centurioni. Non si può parlare di una vera e propria uniforme: piuttosto, i tribuni indossavano capi ed equipaggiamenti di scelta personale, che seguivano però alcuni canoni precisi.

L’armatura, non era del tipo a piastre (lorica segmentata) ne a maglia di ferro (lorica hamata), tipicamente i tribuni indossavano, come il legato e i comandanti di più alto rango, un’armatura simile a quella greca classica, che riproduceva l’anatomia del torso umano. Tali armature potevano essere in metallo ma anche in cuoio bollito ed erano normalmente tanto più decorate quanto più elevato era il grado di chi le indossava.


Un giovane tribuno angusticlavio poteva indossare un’armatura argentata, con finimenti dorati. Sull’armatura era portato un lembo di tessuto con il classico nodo che segnalava la condizione di comando. Solitamente l’elmo non era indossato, mentre caratteristico era l’uso dell’ampio mantello militare color porpora (lacerna) allacciato sulla spalla destra. Per il resto l’equipaggiamento rifletteva quello stile classicheggiante che presso i Romani era ritenuto particolarmente elegante e conforme a un elevato status sociale. Le calzature erano solitamente le classiche caligae.

Un giovane tribuno angusticlavio poteva indossare un’armatura argentata, con finimenti dorati. Sull’armatura era portato un lembo di tessuto con il classico nodo che segnalava la condizione di comando. Solitamente l’elmo non era indossato, mentre caratteristico era l’uso dell’ampio mantello militare color porpora (lacerna) allacciato sulla spalla destra. Per il resto l’equipaggiamento rifletteva quello stile classicheggiante che presso i Romani era ritenuto particolarmente elegante e conforme a un elevato status sociale. Le calzature erano solitamente le classiche caligae